L’Adriatico, una mare particolare e vario
Dal punto di vista geologico, l’Adriatico si è formato a seguito dello scontro tra due placche, che ha portato alle elevazioni corrispondenti agli Appennini e ai monti Dinari, con in mezzo la depressione in cui sono penetrate più o meno profondamente le acque, generando il mare Adriatico. Tale depressione è costantemente interessata dal deposito dei materiali portati dai fiumi, per cui la profondità tende a diminuire e la linea di costa ad avanzare. Questo ovviamente su larga scala e in tempi geologici, mentre in tempi dell’ordine di anni, si assiste ad una retrocessione della linea di costa in alcune aree e avanzamento in altre, talora a causa di maldestri interventi di modifica del profilo di costa e costruzione di opere marittime. La composizione della malacofauna (ovvero l’insieme delle specie di molluschi) è pertanto ben diversa sui due lati dell’Adriatico: sulla costa orientale è ricca e varia, comprendente specie di substrati rocciosi, sabbiosi e fangosi, favorita dalla presenza di isole, che creano zone riparate. Anche in profondità, ove si pesca anche il corallo rosso, si rinvengono specie interessanti ed endemiche. La costa italiana, bassa e sabbiosa, con acque ricche di nutrienti, favorisce la presenza dei bivalve, poche specie, ma in molti esemplari. Sono presenti anche i necrofagi, come i nassaridi. Sui fondi detritici al largo e nelle aree rocciose sia litorali (es. S. Bartolo a Pesaro, Conero, etc.) che del largo (“tegnue”) le biocenosi sono più ricche e varie. La parola “Adriatico” evoca generalmente immagini di affollate spiagge sabbiose, vongole e altri bivalve eduli. In realtà l’Adriatico è un mare vario e l’immagine che viene associata a questo nome da un Croato è ben diversa. L’Adriatico è lungo circa 800 km e largo 150 km, posizionato con direzione all’incirca nord-sud, per cui le condizioni climatiche ai suoi estremi sono abbastanza diverse. I principali fattori che determinano le caratteristiche del mare Adriatico possono essere individuati in: